Con le misure adottate durante la pandemia, ormai il sistema museale italiano ha subito delle profonde modifiche. Partendo dai tour virtuali, le nuove tecnologie hanno cercato di mantenere vivo il rapporto tra cultura e società.

Il museo, per come è stato conosciuto fino a poco più di un anno fa, probabilmente non sarà più lo stesso. Molti hanno colto la possibilità di studiare strategie di marketing atte a rispondere in maniera dinamica al cambiamento, che ormai non è più solo un obbligo, ma una vera e propria esigenza: quella di rafforzare la cultura digitale.

Il museo, quindi, è intervenuto sui suoi linguaggi, lavorando sull’inclusività ed offrendo un’esperienza in grado di soddisfare le esigenze di tutti.

La cultura, durante i momenti di lockdown, ha visto chiudere le proprie porte, diventando una delle categorie che hanno maggiormente sofferto.

Proprio per questo, la parola chiave dei sistemi museali è diventata “inclusività”. Lo sviluppo di una cultura digitale ha portato ad un profondo cambiamento delle abitudini, per entrare nel mondo della tecnologia e della comunicazione.

La trasformazione digitale dei musei: sta cambiando tutto?

Si parla di ripartire e, probabilmente, i musei possono rappresentare un importante esempio, in cui si sviluppano nuove visioni e nuove realtà social. La capacità di riuscire a creare un forte impatto, tale da sviluppare uno stretto rapporto con il pubblico tramite i social media, non da sottovalutare.

Grazie all’avvento della digital transformation, è stato possibile mantenere queste strutture aperte, seppur nella loro versione online, rispettando, al contempo, le misure contenitive e ponendo attenzione alla sicurezza del personale impiegato e del pubblico.

Molti sono i musei che oltre a realizzare i tour virtuali, hanno deciso di lanciare progetti ed attività, volte alla promozione del patrimonio culturale. Altri, invece, hanno semplicemente deciso di attivare i propri profili social, cercando di fornire alla comunità mostre virtuali, dialoghi, workshop e tour digitali. Ognuno, quindi, può visitare un museo, anche distante centinaia di km, semplicemente dal proprio divano di casa.

I musei digitali un anno dopo la pandemia

Dopo le prime chiusure di marzo 2020, i musei hanno cercato di concentrare l’attenzione del pubblico, soprattutto di quello social, toccando alcune piattaforme di social network non propriamente studiate per questo specifico settore, come Tiktok.

Questi power up che hanno spostato l’attenzione dall’esperienza offline a quella online, rappresentano la normale conseguenza di un periodo di restrizioni e limitazioni.  Oggi si assiste alla domanda che parte proprio dai musei, che richiedono di scambiare esperienze sul web. Queste vanno da progetti di allestimenti culturali in ambienti fittizi, a copie della realtà, per aumentare il coinvolgimento.

Basta semplicemente prendere ad esempio il passato, per vedere quanto forte sia stato il cambiamento dei musei per potersi adattare alle nuove tendenze ed alla nuova domanda di cultura della società. Grazie agli strumenti digitali, è stato possibile veicolare tutto ciò che il sistema museale può offrire alla comunità, nonostante le chiusure.

La rivoluzione del sistema museale: gli esempi italiani

Dopo la chiusura, i musei hanno dovuto rimettere in moto il rapporto con il proprio pubblico, attraverso il web è le piattaforme social. La comunicazione ha reso noto la necessità di questo settore, che ha trovato una valida risposta nei social network, nei siti dei musei e nell’apertura degli archivi per la consultazione.

Uno dei primi sistemi museali ad aver aderito a questa vera e propria rivoluzione digitale è stato il Museo Egizio di Torino, che ha rilasciato sui social alcuni video esplicativi. Anche il Muse di Trento ha preferito lanciarsi sulle piattaforme più cliccate del momento, per presentare una serie di laboratori per i giovani. La rincorsa al presidio dei social network è stata affannosa, ma ha portato allo sviluppo di idee vincenti e ad esiti interessanti.

Di Alessandro Garoffi

Scrivo un blog sulle mie cose preferite e condivido i piccoli momenti della mia vita che mi rendono felice. La vita è troppo breve per non divertirsi.