L’eternit è stato inventato e prodotto per la prima volta in Austria nel 1901, e in seguito è diventato un materiale molto popolare in tutto il mondo grazie alle sue proprietà isolanti, impermeabili e resistenti al fuoco.
Inizialmente, l’eternit veniva utilizzato principalmente come materiale per la copertura dei tetti, in sostituzione del tradizionale tetto di tegole in terracotta. Successivamente, l’eternit è stato utilizzato anche per la produzione di elementi prefabbricati per la costruzione di pareti, pavimenti e soffitti, nonché per la realizzazione di elementi decorativi e di design.
Negli anni ’50 e ’60, l’eternit è diventato un materiale molto comune nella costruzione di edifici industriali e residenziali, in particolare per la copertura dei tetti. In molti paesi, tra cui l’Italia, l’eternit è stato utilizzato anche per la realizzazione di serbatoi per acqua e liquidi industriali.
Tuttavia, negli anni ’80, sono emerse preoccupazioni sulla salute dei lavoratori che erano esposti alle polveri di amianto durante la lavorazione dell’eternit, e in seguito sono state riscontrate anche conseguenze negative per la salute delle persone che vivevano o lavoravano in edifici contenenti eternit.
Per questo motivo, in molti paesi, compresa l’Italia, l’utilizzo dell’eternit è stato gradualmente limitato e regolamentato, fino a diventare completamente vietato a partire dal 1992.
Quali sono stati i casi più eclatanti di avvelenamento per esposizione all’eternit?
L’esposizione all’amianto, componente dell’eternit, è stata associata a diverse malattie e problemi di salute, tra cui l’asbestosi, il mesotelioma pleurico, il mesotelioma peritoneale e il cancro ai polmoni. Grazie alla collaborazione dell’equipe di autoambulanza.it di seguito riportiamo alcuni dei casi più noti di avvelenamento per esposizione all’eternit:
Caso di Casale Monferrato: negli anni ’70, la fabbrica di eternit a Casale Monferrato (Italia) ha causato una grave contaminazione dell’ambiente e una serie di morti per mesotelioma pleurico e peritoneale tra i lavoratori e le loro famiglie. Si stima che circa 1.200 persone siano morte a causa dell’esposizione all’amianto.
Caso di Wittenoom: Wittenoom era una città mineraria in Australia occidentale, dove dal 1943 al 1966 è stata estratta una grande quantità di amianto. Si stima che circa 2.000 persone abbiano contratto il cancro ai polmoni e il mesotelioma a causa dell’esposizione all’amianto.
Caso di Libby: la città di Libby, nel Montana (Stati Uniti), è stata contaminata dall’amianto per decenni a causa dell’estrazione di vermiculite, un minerale spesso associato all’amianto. Si stima che circa 400 persone siano morte a causa dell’esposizione all’amianto a Libby.
Caso di Bhopal: nel 1984, una centrale chimica a Bhopal (India) ha rilasciato una grande quantità di gas tossici, tra cui il cloruro di metile, che ha causato la morte di oltre 3.000 persone. Si è scoperto successivamente che l’impianto utilizzava l’amianto nella sua struttura.
Questi casi, e molti altri, hanno portato a una maggiore regolamentazione dell’uso dell’amianto e dell’eternit in tutto il mondo, nonché alla rimozione di tali materiali dalle costruzioni esistenti per prevenire ulteriori esposizioni all’amianto.
Qual’è il metodo migliore da seguire per la corretta rimozione?
La rimozione dell’eternit è un’operazione delicata che deve essere effettuata con la massima attenzione e nel rispetto delle norme di sicurezza. Ecco alcuni passaggi che possono essere seguiti per una corretta rimozione:
- Valutazione del materiale: prima di rimuovere l’eternit, è necessario verificare che si tratti effettivamente di amianto. Solo in questo modo si potranno adottare le precauzioni necessarie.
- Protezione personale: il personale addetto alla rimozione dell’eternit deve indossare tute protettive, maschere con filtri appropriati, guanti e occhiali di sicurezza per evitare l’esposizione all’amianto.
- Isolamento dell’area: l‘area in cui viene effettuata la rimozione deve essere completamente isolata per evitare la contaminazione da polvere di amianto. Si consiglia di utilizzare barriere di plastica e di sigillare tutte le finestre e le aperture.
- Bagnatura del materiale: prima di rimuovere l’eternit, è necessario bagnare il materiale con acqua per evitare la dispersione di polvere di amianto nell’aria.
- Rimozione dell’eternit: l’eternit deve essere rimosso con estrema cautela, utilizzando strumenti appositi per evitare la creazione di polvere. Si consiglia di rimuovere l’eternit in blocchi interi, se possibile, per ridurre la dispersione di polvere.
- Smaltimento del rifiuto pericoloso: una volta rimosso l’eternit, deve essere smaltito in modo sicuro. È necessario seguire le norme locali per lo smaltimento di materiali contenenti amianto.
È importante affidarsi a professionisti esperti nella rimozione dell’eternit e rispettare le norme di sicurezza locali. In caso di dubbi o di situazioni complesse, si consiglia di contattare un’azienda specializzata nella rimozione di amianto, come potrebbe essere questa: smaltimentoamianto.frosinone.it